domenica 12 settembre 2010

Il dolore dei bambini dentro e fuori utero

La tecnologia è sempre più all'avanguardia nella medicina.
La donna in gravidanza e la donna che partorisce è sempre più visitata, monitorata, guardata al lentino, stressata...
Il bambino in utero non ha più nessuna vita privata, ecografia in 3D, decine di minuti di onde che lo urtano, guardato al centimetro, stressato...
E sono guai se non si segue il "protocollo" per il parto!
Ma... perché c'è un ma... ancora oggi il bambino in utero non è ancora considerato come una persona.
"Il mondo nuovo" di Aldous Huxley è alle nostre porte.

David B. Chamberlain, Ph D. ha scritto:
"I bambini non provano dolore: un secolo di negazioni in medicina".
Trascrivo qui un estratto di questa magnifica opera.

I bambini hanno avuto tempi duri prima di essere stati accettati come vere persone, capaci di provare vere sensazioni e di vivere vere esperienze. Profondi pregiudizi li hanno gettati nell'ombra per secoli: i bambini erabo una sottospecie di esseri umani, dei pre-umani, oppure, come dice Luis de Granada autorità del 16° secolo, "un animale inferiore a forma di uomo".

Nell'Era della Scienza. i bambini non si sono trovati molto meglio. Ci si stupirà nell'apprendere in quanti casi essi si sono trovati in condizioni ancora peggiori. Negli ultimi secoli, le autorità scientifiche hanno sottratto ai bambini i loro pianti, chiamando questi "echi" oppure "suoni marginali", li hanno sottratti ai loro sorrisi chiamando questi "smorfie", li hanno sottratti alle loro memorie chiamando queste "fantasie" e li hanno sottratti alle loro sofferenze, chiamando queste "riflessi".

Prima di questo secolo i neonati erano accolti dalle mani di donne, madri, nonne, zie e levatrici, mentre nel 20° secolo, i bambini si sono trovati a che fare con medici, medici tipicamente maschili. In questa collisione, i sensi, le emozioni e le cognizioni infantili sono state regolarmente ignorate. I medici hanno prestato seria attenzione piuttosto alle sofferenze delle madri anziché a quelle dei bambini. Hanno creato une serie di routines dolorose, routines che continuano ad essere praticate ancora oggi.