giovedì 4 settembre 2008

LA VITA PRENATALE e i condizionamenti sociali

Nel mio libro ho parlato della libertà del bambino in utero. Libertà dei condizionamenti sociali:

"Il piccolo essere umano cresce senza occuparsi del suo aspetto bello o brutto, del colore della sua pelle, senza sapere che appartiene ad una categoria di individui, maschio o femmina, normale o handicappato, ad una razza e che porterà tutta la sua vita il segno di questa razza, non soltanto nelle sue cellule, ma nel mondo degli uomini.
Non sa ancora che un giorno forse lo tratteranno da sporco negro o da nero, da sporco bianco o da coyotte... da coatto o da marocchino... di muso giallo... da...
Non sa ancora che apparterrà a un popolo e che forse questo popolo sarà sterminato per mano di un altro popolo.
Quando aprirà gli occhi si troverà immerso in una cultura, in un contesto sociale che non ha scelto. Così come non avrà scelto la religione alla quale apparterrà e che gli insegneranno che è la sola vera religione, che il Dio degli altri non è il vero Dio. I suoi genitori gli inculcheranno i propri valori, il proprio stile di vita. Gli insegnanti guideranno i suoi ragionamenti, le sue idee, le sue ideologie. Quando avrà venti anni sarà un essere umano condizionato."
Siamo ciecchi, non vediamo il condizionamento che pian piano ci trasforma, ci presta delle idee, degli atteggiamenti. A venti anni non siamo più liberi.

http://www.lavitaprenatale.org

Dans mon livre je parle de la liberté de l'être humain qui grandit dans le ventre de sa mère. Il est encore libre des conditionnements sociaux:
"Le petit être humain grandit sans se soucier de son apparence belle ou laide, de la couleur de sa peau, sans savoir qu'il appartient à une catégorie d'individus, homme ou femme, normal ou handicapé, à une race et qu'il portera toute sa vie la marque de cette race, non seulement dans ses cellules, mais dans le monde humain. Il ne sait pas encore qu'un jour peut-être on le traîtera...de sale nègre ou de black,...de sale blanc ou de coyotte,...de raton ou de bougnoul,...de chinetoc,...de... Il ne sait pas encore qu'il appartiendra à un peuple et que peut-être ce peuple sera exterminé par les membres d'un autre peuple.
Quand il ouvrira les yeux il sera dans une culture qu'il n'aura pas choisie. De même qu'il n'aura pas choisi la religion à laquelle il appartiendra et on lui apprendra que c'est la seule vraie, que le Dieu des autres n'en est pas un. Ses parents lui inculqueront leur manière de vivre. Les enseignants dirigeront ses pensées, ses idées, ses idéologies. Quand il aura vingt ans ce sera un être humain conditionné."
Nous sommes aveugles, nous ne voyons pas le conditionnement qui peu à peu nous transforme, nous prête des idées, des comportements. A vingt ans nous ne sommes plus libres.